Chi sono i siblings? (E perché vanno aiutati)

I siblings sono i fratelli di bambini con disabilità. 

Le aspettative della famiglia

I siblings sono sovente discriminati nelle dinamiche famigliari. Anzitutto perché diventano per tutti ‘il fratello di – ’ o ‘la sorella di – ’ , ossia assumono un’identità non sulla base di ciò che sono, ma in quanto fratelli del tale bambino con disabilità. ‘Vieni ti presento Giulio, sai è il fratello di…’ . Questo aspetto è sovente alla base di profondi sensi di colpa. Infatti non è raro che i siblings abbiano nutrito, almeno per qualche tempo durante l’infanzia, una specie di astiosità nei confronti del fratello portatore di disabilità: astiosità che, come si può immaginare, si tramuta subito in colpa, non appena ci si fa un esame di coscienza.

Sono discriminati, dicevamo, anche perché attirano le aspettative di successo della famiglia, nonché le aspettative di aiuto in merito alla gestione dei loro fratelli più sfortunati. Ricordo per esempio una ragazza bravissima negli studi, che aveva capito che il suo ruolo in famiglia era quello di inorgoglire, attraverso i successi scolastici, i genitori così feriti dalla nascita del fratellino. O di un altro paziente, che da adolescente aveva smesso di giocare a calcio perché quando andavano ai giardini la sua missione era stare attento alla sorella. Questi due elementi, come si può capire, creano condizionamenti che i siblings si portano dietro per la vita. 

Inoltre un ulteriore aspetto di discriminazione da parte della famiglia sono i sensi di colpa dei genitori. Un paziente scoprì da adolescente, con sua immenso dispiacere, che in casa non esistevano sue foto da bambino: in tutte le fotografie scattate dai genitori c’era solo ed esclusivamente il bambino con disabilità.

Rain man e dintorni

Facendo riferimento all’età possiamo riconoscere (almeno) due tipi di siblings: i fratelli maggiori e i fratelli minori. 

I fratelli maggiori possono vivere nei confronti della nascita di un fratello più piccolo una serie di rabbie più o meno facilmente esprimibili. Sono rabbie per esempio legate al vedersi scalzati nelle attenzioni, oppure legate all’arrivo di un competitor che prima non c’era, ecc… Tutto questo, però, assume tinte fosche quando si tratta della nascita di un fratello con disabilità. Nessun sibling infatti riconoscerebbe in sé (qualora ci fosse) un sentimento di ambivalenza o di rivalsa verso un fratello; E non riconoscere (perlomeno a se stessi) un vissuto emotivo di questo tipo potrebbe portare conseguenze negative. 

I fratelli minori, al contrario, quando arrivano hanno già davanti a sé un fratello più grande: può darsi che lo vedano come più esperto della vita, con più competenze, insomma qualcuno che al bisogno può essere di aiuto. Anche in questo caso, però, questa dinamica viene meno tra un sibling e un fratello maggiore. Al sibling, al contrario, può essere chiesto di crescere più in fretta, di essere lui di aiuto al fratello. Il sibling più piccolo potrebbe diventare un bambino molto paziente e premuroso, che scarica le frustrazioni nel profondo pur di non darle a vedere. 

Io credo che sia necessario creare una rete di assistenza e sostegno ai siblings, intendo anche sostegno psicologico. I genitori potranno un giorno non essere più in grado di aiutare un individuo con disabilità: quello sarà il giorno in cui, per un sibling, la capacità di reggere il peso emotivo potrebbe fare la differenza.