Cosa vuole l’uomo da Dio?

Genealogia del monoteismo

Anni fa scrissi ‘genealogia del monoteismo’. Rilevavo che nelle culture in cui si sono affermati i monoteismi una delle ragioni di questa affermazione è stata la relazione ‘personale’ con Dio che essi consentivano. La dispersione politeista non indicava un indirizzo sicuro a cui rivolgersi. 

Ora, che relazione hanno instaurato, nel tempo, gli umani con Dio, cosa si aspettano da Dio? In altre parole: cosa vuole l’uomo da Dio?

Gran parte del rapporto che gli esseri umani costruiscono con la divinità è basato sulla loro personale aspettativa. 

Semplificando un po’ (e nessuno me ne voglia, ma lo spazio qui è poco) le religioni monoteiste sono sistemi da cui discendono anzitutto delle indicazioni (se non dei precetti) diciamo, per capirci, un’etica. E la principale ragione per cui chiedono di seguire queste indicazioni è contemplativa – adattativa. Guarda le meraviglie che ha fatto Dio: impara a fare la Sua volontà. La ricompensa sarà riscossa nei tempi stabiliti da Dio. 

La preghiera in forma di richiesta, pertanto, non sarebbe neppure prevista in maniera esplicita. E’ più che altro una costruzione a posteriori. 

L’uomo del nostro tempo

Pertanto la domanda ‘cosa vuole l’uomo da Dio?’ è domanda assolutamente fondamentale per capire l’uomo del nostro tempo. Essa non ci parla della religione, (la domanda ‘cosa vuole Dio dall’uomo?’ ci avrebbe parlato della religione) ci parla invece dell’egocentrismo dell’uomo di oggi: egli vede le proprie esigenze come le uniche importanti. E’ talmente incapace di mettersi nei panni degli altri, da voler influenzare, condizionare, la volontà stessa di Dio. 

In un precedente articolo scrivevo del perché l’uomo accusa Dio ogni volta che qualcosa va storto nella sua vita. Non accusa il Caso, il Fato, la Storia o la Natura.  Né tantomeno gli altri uomini (di questo si guarda bene!) L’uomo accusa Dio. 

L’uomo occidentale ha accettato l’dea di monoteismo costruendo (nel tempo) un rapporto diretto con la divinità, e giungendo infine ad una relazione amicale di tipo egoistico. 

La bestemmia, l’imprecazione, l’invettiva, o comunque, come dicevo, dare colpe a Dio sono tipici dell’uomo in questo tempo della tecnica, in cui tutto è fatto per essere utile all’uomo…anche l’idea stessa di Dio. 

Personalmente non ho mai sentito nessuno imprecare contro la propria squadra di calcio, contro un partito politico, o contro la propria università. 

Il rapporto che l’uomo del nostro tempo va sviluppando con la divinità è tema che interessa in modo trasversale le religioni e le psicologie. Un volta tanto fornendo a religioni e psicologie occasioni di contatto, unione, collaborazione, dopo una storia di contrasti e incomprensioni.