Psicologia e religione. I tratti distintivi del fedele: la fiducia.
Quali sono i tratti distintivi delle persone che hanno una fede religiosa? Questi tratti sono stabili nel tempo o possono variare?
Un aspetto caratteristico dei fedeli, ovvero di persone che aderiscono ad una confessione religiosa, è quello di avere fiducia. Non è facile sapersi fidare, ciascuno di noi lo fa con estrema cautela e difficoltà, e sapersi fidare di chi non si vede, almeno direttamente, è cosa certamente ancora più difficile. Per questo è comunemente riconosciuto che avere fede sia caratteristica di un io maturo, evoluto. Inoltre non ha niente a che vedere con la cultura: tutti noi conosciamo persone di fede che non hanno un alto grado di istruzione, e di contro persone molto colte che faticano a fidarsi, e che riguardo alla fede religiosa appaiono scettiche e disilluse.
Questo è possibile perché aver fiducia in qualcosa o qualcuno è un modo di vedere se stessi e gli altri, ovvero un fatto di evoluzione dell’io, e pertanto non si acquisisce leggendo libri. Vorrei mettere in evidenza come la fiducia, a dispetto del suo nome, non sia stabile nel tempo, sia soggetta a variabilità, ma di contro sia anche ‘allenabile’.
Osservandola da vicino, soprattutto quella legata al sentimento religioso, possiamo dire che la fiducia è relazionale e personale.
La fiducia è relazionale, si accorda in virtù di una relazione, per l’appunto una relazione di fiducia, che si ha con qualcuno.
La fiducia è personale, viene data a quella persona più che ad altre, anche in virtù di aspetti personali, intimi, profondi.
Dire che la fiducia sia data su base relazionale parrebbe un’ovvietà, ma secondo me non lo è. Tutti ci fidiamo più facilmente delle persone che conosciamo bene, e con cui abbiamo una relazione avviata, piuttosto che di persone che conosciamo appena.
Molti dicono che nelle grandi confessioni religiose il fedele sviluppi un rapporto ‘diretto’ con la divinità. Questo significa anzitutto che la relazione è alla base del rapporto di affiliazione, cioè alla base della fiducia. Vi sono diverse forme di spiritualità non religiosa, come per esempio il New Age, che non prevedono nessuna relazione e quindi nessun rapporto di affiliazione. Se ci chiediamo se questa caratteristica della fede sia stabile nel tempo, l’osservazione ci sorprende. Conferma quello che sappiamo da sempre delle persone di fede, ovvero che alcune di loro oscillano, a volte anche in maniera evidente, nel corso della vita. Questo aspetto della fede, dell’avere fiducia, infatti non è stabile. Se si basa su una relazione, come tutte le relazioni è in divenire. Ecco che appare chiaro come la fiducia del fedele possa andare incontro ad alti e bassi; l’aspetto positivo, di contro, è che non essendo data una volta per tutte, può essere potenziata.
La fiducia è su base personale. Una parte importante della fiducia che noi diamo a qualcuno non dipende dal rapporto che abbiamo, ma da cosa significa quella persona per noi. Ovvero da aspetti che risiedono in profondità dentro noi stessi. Questo determina in genere un atteggiamento di fiducia o sfiducia stabile nel tempo verso le persone, cosa che invece non avviene nel caso della fede religiosa. Una vecchia canzone blues diceva: ‘Se Dio fosse una donna, bionda e avvenente, ti inginocchieresti al suo altare, le offriresti preghiere e smetteresti di bestemmiare.’ La trovo assolutamente illuminante. L’aspettativa verso qualcuno determina il credito che gli concediamo. Questo vale per quasi tutti i campi della vita, ma raramente capita in ambito religioso, in cui la fiducia non è cieca, e data una volta per tutte, ma oscilla nel tempo.
Siamo disposti, per esempio, a leggere il romanzo di uno scrittore famoso anche se ha ricevuto pessime critiche, o a guardare un film non premiato soltanto perché vi recita il nostro attore preferito. Oppure a scuola vi sono insegnanti che tendono a fidarsi più dell’allievo x anziché dell’allievo y. Nello sport avviene la stessa cosa, chiunque è portato a fidarsi maggiormente di un campione affermato. In questi casi la fiducia è cieca, ovvero viene data a priori. Sembrerà strano, ma anche in questo caso vediamo come nel sentimento religioso la fiducia su base personale vacilla, non è accordata una volta per tutte, cambia nel tempo. Questa è una nota dolente dei fedeli e dei padri spirituali di ogni tempo, perché rallenta il percorso di crescita personale nella fede. Ma anche in questo caso l’aspetto positivo è che questo tipo di fiducia può essere potenziata.
Mi è sembrato doveroso fare una breve riflessione sui modi di avere fiducia, questo tratto così distintivo delle persone che aderiscono ad una confessione religiosa. Sia nel caso dell’aspetto relazionale di tale fiducia, sia nel caso dell’aspetto personale, abbiamo visto che, contrariamente alle aspettative, la fiducia non è stabile e non è accordata una volta per tutte, anzi va incontro a variazioni anche piuttosto notevoli nel corso della vita. L’aspetto positivo di questa realtà è che la capacità di fidarsi può essere limata, sviluppata, potenziata.