Torinesi e milanesi invadono la Liguria. (Psicologia dei popoli).
Torinesi e milanesi invadono la Liguria. (Psicologia dei popoli)
Ci siamo, arriva l’estate ed è l’assalto alla diligenza: per la Liguria ovviamente. Migliaia di lombardi e piemontesi invadono borghi e spiagge liguri, ma nei più drammatici dei malintesi. La percezione che tutti abbiamo, infatti, è che i liguri non ci vogliano: che facciano di tutto per non farci arrivare, se arriviamo che facciano di tutto per non farci parcheggiare, e se parcheggiamo che facciano di tutto perché ripartiamo il prima possibile. Le cose però non stanno proprio così, questo è, per l’appunto, uno dei malintesi.
I pirati saraceni
Spero che un paio di considerazioni sulla cultura ligure possano fare un po’ di chiarezza. Dal porto di Genova storicamente si partiva, è vero, verso il resto del mondo. Ma nei piccoli borghi sul mare, lontani da Genova anche idealmente, il primo incontro con gli ‘altri’, i ‘foresti’, è coinciso in gran parte con le invasioni dei turchi saraceni. Per secoli nel ponente ligure il forestiero è arrivato armi in pugno per razziare, saccheggiare, distruggere. E per secoli quelle genti hanno cercato di respingere gli invasori, arroccandosi nel loro orgoglio, ma molto spesso soccombendo alla furia cieca o ai complotti di terzi ai loro danni. Nella memoria collettiva di tante comunità liguri questo elemento storico è ancora oggi tramandato con enfasi e terrore. Infatti ogni anno diverse rappresentazioni storiche ricordano quei tragici eventi.
Sequestri, stupri di massa, saccheggi: il ponente ligure non ha mai perso la sua dignità, ma ha incastonato quei ricordi nella sua identità profonda.
In una di queste città, per fare un esempio concreto, il crocefisso della chiesa parrocchiale è stato vilipeso durante un assalto dei pirati. La gente del posto lo ha soprannominato ‘il Cristo dei Turchi’: ossia il simbolo della fede di quella comunità porta in sé il nome della resistenza ad una di quelle invasioni.
L’identità delle comunità umane, (così come quella degli individui) è segnata dai traumi e da come sono stati superati. Pensiamo al Giappone post Hiroshima, o a New York post 11 settembre. I traumi collettivi permeano l’identità, anche se è passato molto tempo. Possiamo dire che è un po’ così anche per le città di Liguria.
Ora, ogni anno queste città si vedono invase da orde di turisti in preda a istinti di qualunque tipo (questo va detto in tutta onestà) tranne quello di rispettare e conservare l’identità del luogo che li ospita. Non dico che oggi in Liguria ci sia una ‘sindrome da accerchiamento’, forse è esagerato, ma i liguri si sentono certamente un po’ invasi dall’arrivo dei turisti. E per chi ha subito delle invasioni, sentirsi ‘invaso’ non deve essere una bella sensazione.
Ritengo pertanto che quando pensiamo che i liguri ci respingano stiamo sbagliando: questo uno dei malintesi di cui parlavo. I liguri non hanno mai minato le strade, non hanno mai avvelenato i nostri caffè, non hanno mai bucato i nostri palloni (su questo invece avrebbero fatto bene). Credo che l’approccio alla Liguria dovrebbe essere più ragionato, forse più guidato: perché chiunque di fronte allo sconvolgimento totale del traffico, delle abitudini e dell’inquinamento, non solo acustico, reagirebbe storcendo un po’ il naso.
Ossi di seppia
Un altro malinteso: il ligure spesso è percepito come rude e poco incline a smancerie.
Senza generalizzare, ci mancherebbe, personalmente ho l’impressione che il ligure assomigli molto alla sua terra. La terra in Liguria è aspra e difficile da coltivare, necessita gran fatica (io l’ho coltivata). Intendo di fatica maggiore di altre, perché si sviluppa in salita, e non è terra generosa. Eppure le eccellenze della terra ligure sono sopraffine, tutti lo sappiamo. Sono senza pari il Pigato, i limoni, l’olio taggiasco; Come sono senza pari Dolceacqua, Finalborgo, Triora, ecc… magnifici borghi che i turisti ritraggono sui loro quadri per poterli osservare anche durante l’inverno. Ecco in un certo senso così sono i liguri, ripeto, senza generalizzare, perché il qualunquismo non è il mio forte. Ma le caratteristiche profonde della loro terra li permea, anzi potrei dire che li forgia. Quindi non è vero che i liguri sono rudi, sono a loro modo un’eccellenza: e trovare le eccellenze, almeno in Liguria, costa fatica e impegno. Ecco un altro grave malinteso che chi assalta la diligenza per la Liguria dovrebbe scongiurare.
Sia chiaro, ci sono tanti altri malintesi tra lombardi, piemontesi e liguri: ma per ora mi fermo qui, ne parlerò un’altra volta.