Stress di gara
Per gli sportivi è consueto avere dei ‘momenti no’. Per alcuni arrivano in fasi particolari della stagione agonistica, come le eliminatorie, le finali, le olimpiadi, ecc. Per altri, invece, questi ‘momenti no’ sono più frequenti: si presentano all’interno di una partita o gara a seconda della posta in palio. Per esempio al tie -break per i tennisti, ai calci di rigore per i calciatori, o durante le fughe solitarie negli sport che le prevedono, come il ciclismo.
Gli atleti vulnerabili a questo tipo di stress soffrono di un’ansia da prestazione che potremmo definire ‘paura dell’ultimo giro’. E’ durante l’ultimo giro, infatti, che la mente dell’atleta è disturbata da stimoli che riducono la concentrazione e possono minare la self confidence.
La capacità di gestire questi stimoli, di ridurre il disturbo che essi determinano, può discriminare tra una bella vittoria e una brutta sconfitta.
Quindi come gestire lo stress di gara? Come ridurre l’ansia da prestazione?
I percorsi di auto aiuto
Va detto anzitutto che i percorsi di auto convincimento, o auto aiuto, per quanto utili in fasi standard della vita di un atleta, non lo sono nei momenti di crisi. Gli atleti sanno già che devono avere grinta e determinazione, che devono impegnarsi a fondo e credere nelle loro capacità. Ripeterselo ascoltando musica rilassate non aumenta la loro consapevolezza. La ’paura dell’ultimo giro’ è una forma di stress di gara che non viene controllata dall’auto convincimento, perché deriva da zone molto profonde della mente. In questi casi sarà necessario chiedersi perché sopraggiunga proprio in quella fase della gara, e per quale motivo. E che significato l’individuo attribuisca alla vittoria, al successo, piuttosto che alla sconfitta.
‘Je faccio er cucchiaio’
Nell’attesa di trovare queste risposte è necessario imparare a ingannare la mente. Per fare questo è necessario concentrarsi su un particolare che non riguardi il risultato, ma esclusivamente il gesto tecnico.
Il tennista al tie – break, per esempio, può pensare al vertice del campo, e dire a se stesso: ecco, adesso devo mettere la palla in quel punto. In questo modo la concentrazione si sposta dal risultato del tie – break all’obiettivo di mandare la palla nel punto definito.
Oppure il motociclista può pensare al cordolo: concentrarsi su una particolare manovra che riguardi il cordolo e dire, poniamo, al prossimo passaggio devo stare all’interno della pista. In questo modo la parte cosciente della mente è costretta a distogliere l’attenzione da ciò che viene da lontano, per mettere a fuoco il proposito stabilito.
Il migliore degli esempi possibili di questa tecnica è quello di Francesco Totti, ex giocatore della nazionale di calcio. Dovendo calciare un rigore decisivo prese la palla e disse ai compagni: ‘Adesso faccio il cucchiaio’. Posizionò il pallone sul dischetto, prese una breve rincorsa e colpì a pallonetto: come tutti ricordiamo segnò il rigore, ma soprattutto tenne fede alla promessa fatta ai compagni.
Ammetterete che spostare l’attenzione dal quel fatidico rigore e dalla sua importanza, al cucchiaio e all’impegno preso con i compagni, è un bel modo per incanalare lo stress di gara.
Consiglio a chiunque di provare.