Lo smartphone in classe

Ricordo quando nelle scuole si diffusero i video game portatili, quando arrivarono le calcolatrici professionali e più tardi le agendine elettroniche. Ogni volta grandi levate di scudi da parte degli insegnanti: dove andremo a finire, la didattica non sarà più la stessa, i ragazzi non seguiranno con attenzione. Le innovazioni tecnologiche spaventano, non si conoscono bene, non si sa quali contromisure adottare, così è più facile demonizzare, che provare ad armonizzare. 

Internet: quale verità?

Come ho già riportato altre volte, la specificità di Internet (e del suo tempo) rispetto al tempo dei media tradizionali è la frammentazione della verità. Prima di Internet la verità era ‘franosa’, ‘debole’, ‘inafferrabile’, ma non frammentata. Su un giornale di sinistra, o una tv di sinistra, avevi una certa lettura dei fatti, su testate capitaliste o cattoliche un’altra: l’ordine era debole, ma comunque garantito. 

Su Internet invece ognuno è opinionista: giornalisti, studenti di filosofia, storici ecc… . Ne discende che l’interpretazione di un fatto non sia legata alla linea editoriale che la contiene, ma all’individuo che la esprime, che tra l’altro la può variare da un giorno all’altro, in base alle sue convenienze personali. 

Di conseguenza quella che era una verità ‘debole’ è diventata una verità frammentata, atomizzata, polverizzata. Sotto un post social ha pari dignità e visibilità ogni tipo di commento: favorevole, contrario, neutro. 

Frammentazione psichica

Ogni buon filosofo sa che la verità è multiforme, per questo Internet non può essere criticato se ospita punti di vista diversi. Il problema arriva quando la frammentazione non riguarda la verità, ma il sé che la interpreta. La frammentazione della vita psichica, specie quando è inconsapevole, è dannosa e crea sofferenze. 

Lo smartphone in classe, o comunque in mano ai ragazzi, può creare questo effetto paradosso, ed è questo che va arginato. Il preadolescente e l’adolescente sono ancora poco esperti di pensiero ipotetico, ossia di quel pensiero astratto che arriva con la maturazione.

L’esposizione incontrollata a informazioni che frammentano l’opinione sulla verità, può aggredire un sé in costruzione, se non ben supervisionato da parte degli adulti. 

Gli aggeggi informatici (pensiamo anche ad orologi smart o occhiali) entrano ed entreranno sempre più nelle scuole, quindi più che ostacolarli converrà capire da subito come gestirne le controindicazioni. Se non è possibile fermare l’esposizione incontrollata, bisognerà quantomeno tenerne conto nelle diverse fasi scolastiche, e apportare all’azione formativa specifici strumenti pensati ad hoc

Riforma scolastica: la complessità

Ecco che tornano vecchi fantasmi. Sostenere che servano nuovi strumenti potrebbe significare che gli insegnanti non siano abbastanza adeguati, ma è una semplificazione della realtà. Fornire ai ragazzi una formazione adeguata ai tempi non può coincidere con lo scaricare il peso di questa formazione su famiglie o corpo docente. 

Per entrare in classe con uno smartphone, e non uscirne fagocitati, è necessario che la scuola tenga conto della nuova complessità delle cose, e soprattutto della complessità della vita psichica di uno studente. Complessità che è ben superiore a quella di alcuni anni fa, in cui i ragazzi erano inquietati ‘soltanto’ dall’adolescenza. 

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