I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono quattro disturbi del neurosviluppo che riguardano la lettura (dislessia), la scrittura (disgrafia e disortografia) e le capacità di calcolo (discalculia).
Biologia e ambiente
Come per tutti i disturbi del neurosviluppo, la base di partenza dei DSA è di tipo genetico, ossia riguarda disposizioni individuali biologiche che predispongono l’individuo a sviluppare quel disturbo piuttosto che un altro.
Il cervello umano, tuttavia, non nasce per leggere o scrivere: diversamente dal linguaggio, non abbiamo dei centri deputati alla lettura o alla scrittura. Come hanno chiarito Antonella Gagliano e Daniela Traficante (2022) i circuiti neuronali che codificano per queste competenze vengono sviluppati ex-novo a partire dall’interazione dell’individuo con il suo ambiente.
Questo significa che un DSA affrontato in tempo può essere sciolto creando nuove vie, nuove strategie di apprendimento.
Psicoterapia
Il paziente DSA è sovente discriminato o sottovalutato, al punto che egli stesso sviluppa handicap in altri campi, diversi dall’apprendimento. Risucchiato dal cono d’ombra del DSA, il paziente diagnosticato può cominciare a sentirsi inferiore ai compagni anche in settori diversi dallo studio.
In psicoterapia il paziente impara a esplorare e sviluppare le competenze relazionali che ha sempre tenuto nascoste, nella preoccupazione che fossero anch’esse viziate da qualche baco neurologico. E impara a svincolare le proprie aspettative di successo nella vita dalla diagnosi di disturbo dell’apprendimento.
In questo modo la psicoterapia, e il suo buon esito, risultano parte di un trattamento complessivo, che non si limita al disturbo dell’apprendimento. L’obiettivo è aiutare il bambino a pensarsi anche in situazioni diverse dalla scuola, nelle quali non avrà necessariamente le stesse difficoltà, e potrà rapportarsi da pari a pari con ciascun coetaneo.