Il calo del desiderio nelle coppie stabili: leggerlo, gestirlo, comunicarlo.

Non sempre il calo del desiderio è sinonimo di crisi di coppia. Questa dinamica nelle relazioni affettive è molto diffusa, più di quanto si potrebbe pensare: in genere viene vissuta con paura e vergogna, ma soltanto raramente è il preludio di una separazione, per le ragioni che fra poco vedremo. E proprio per queste ragioni, è bene che venga affrontata individualmente, da caso a caso, senza generalizzare, perché le motivazioni che la inducono possono essere molto diverse. 

Calo “orizzontale” e “verticale”

Anzitutto è bene dividere il problema del calo del desiderio in almeno due grandi capitoli. Da un lato metterei il calo del desiderio in generale, che potremmo qui definire “orizzontale”, ossia la perdita di interesse per la vita sessuale in sé. In questo caso un individuo non sente attrazione verso il partner, ma neppure verso altre persone. Dall’altro lato, invece, metterei la perdita dell’interesse per la persona amata, e potremmo definire questo calo come “verticale”. In quest’altro caso l’individuo sente attrazione per altre persone, oppure anche per altre persone, e questa cosa lo inquieta, al punto da renderlo confuso sul da farsi, cioè non è sicuro di voler interrompere la relazione. 

Il calo orizzontale potrebbe essere dovuto ad una serie di cause non necessariamente legate all’altra persona, intendo se non marginalmente. Ossia, un individuo può vivere una fase di forte stress lavorativo, o un lutto familiare, oppure ancora l’effetto ritardato di uno di questi eventi. Altrimenti può attraversare una fase depressiva, o essere colpito da ansia e avere attacchi di panico, ecc… In tutti questi casi l’attività sessuale, in quanto attività di relazione con gli altri, potrebbe subire una diminuzione, così come la vita sociale nel suo insieme. Vale a dire le cene con gli amici, le serate in discoteca, e così via. A tutti è capitato di essere meno socievoli in determinati frangenti della vita, e sappiamo che non avere voglia di vedere quel determinato amico per un certo periodo, non corrisponde automaticamente a voler rompere l’amicizia con lui. 

Il calo verticale, invece, merita un discorso diverso. Scoprire che il partner non è più oggetto di fantasie, mentre lo diventa, invece, un altro individuo, potrebbe essere una cosa molto difficile da gestire. Ma anche in questi casi non è necessariamente l’inizio della fine. In genere siamo attratti da qualcuno anche per ragioni “mentali”, ossia perché ci affascina al di là dell’aspetto fisico. Per esempio si muove in un certo modo, è molto acuto nel parlare, cose di questo tipo. Avere un’infatuazione “mentale” per una persona può determinare il calo dell’interesse per il partner. 

Altri agenti perturbanti potrebbero essere l’orientamento religioso, o politico, oppure la scoperta di essere attratti da persone con orientamenti sessuali diversi. Anche in questi esempi non è possibile generalizzare, e proprio per questo ho sottolineato come ogni caso vada valutato e affrontato separatamente. 

Comunicazione social

Qualche parola a parte va spesa riguardo alla comunicazione in coppia. Sembrerebbe scontato ritenere che se abbiamo un calo di desiderio, il partner dovrebbe automaticamente accorgersene. Le cose, purtroppo, non stanno in questi termini. Gli amanti vivono sovente nell’illusione di saper capire l’altro da uno sguardo, a volte da un gesto. Ma sovente quello che crediamo di cogliere, non è che la nostra stessa volontà, proiettata nell’altro. Così è molto importante, ancorché difficile, trovare canali di comunicazione adeguati, o, per meglio dire, efficaci. Ma per fare questo, se mi passate la polemica, i consigli standardizzati dei social network non sono sempre sufficienti. 

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