Una polemica surreale grava su Torino. Claudio Marchisio, ex bandiera della Juventus, ha affermato che i tifosi granata sono l’anima della città. I sostenitori juventini, secondo il bravo centrocampista, sotto la Mole quasi non esistono, e quei pochi sono poco rumorosi. Insomma, come diceva il vecchio adagio, Torino è granata.

A parte il viatico implicito, per i proprietari della società bianconera, a poter infine delocalizzare anche questa loro attività imprenditoriale, la discussione, oltre che di cattivo gusto, perché fatta da un ex simbolo bianconero, assume i toni del paradossale.

Anzitutto il sig. Marchisio dovrebbe sapere che ci sono ragioni storiche se a Torino molti simpatizzano per la squadra nata per seconda. Nel 1949, ai tempi della tragedia di Superga, il Grande Torino era paragonabile al Real Madrid di oggi. Vi immaginate se in uno schianto morisse l’intera rosa delle merengues, con Kylian Mbappé, Bellingham e tutti gli altri? Pensate che in Spagna la vicenda passerebbe inosservata? Il 4 maggio del 1949, volenti o nolenti, definisce una cesura nella storia dello sport torinese, una data che ha spostato le simpatie popolari. Unita, ovviamente, anche al fatto che chi vince è più antipatico di chi vince di meno. Ecco la prima lezione che dovremmo tenere a mente, leggendo le parole di Marchisio.

Poi Claudio dovrebbe pensare all’effetto vertigine della lista. Il bambino della pubblicità si meravigliava di vedere un pollo, perché non ci era abituato. Se da giocatore, Marchisio, avesse provato a perdere alcune decide di derby, invece di vincerli praticamente tutti, probabilmente i suoi tifosi avrebbero dato meno per scontate le sue prestazioni. Quindi in fondo è colpa sua, li ha abituati troppo bene. Altra lezione molto importante, che possiamo trarre, da questa polemica: la gente si abitua allo standard che forniamo.

E poi veniamo al paradosso. Per un quarto d’ora (di gloria) granata, vecchie bandiere della Juventus arrivano addirittura a difendere le ragioni dei cugini. Al Filadelfia tutto bene? Nessuno si sente usurpato? È proprio vero che i tempi cambiano, tutto passa o si trasforma. Altra lezione, quindi: anche quella granata, alla fine, non è più una vera religione.