Cos’è il metaverso? Come e perché cambierà la nostra psiche ? Realtà ‘diminuita’ e Avatar personalizzati.

Molti trascorrono diverse ore al giorno nel metaverso, e fra poco, c’è da scommetterci, toccherà anche ad altri. Ma quali sono le conseguenze di questa nuova modalità esistenziale? Chi sono gli Avatar, e perché sono diversi da noi? E soprattutto, come integrare mondi virtuali e meatspace ?

Realtà aumentata e dissociazione: l’angoscia del ritorno.

Partiamo da realtà aumentata e realtà virtuale. Vivere una dimensione diversa dalla nostra per svariate ore al giorno, come avviene nel metaverso, che sia per motivi di svago o per lavoro, e riferirsi ad essa come a qualcosa di ‘aumentato’ fa pensare che quando l’esperienza sarà finita, la nostra dimensione ci apparirà in qualche modo ‘diminuita’. Questa puntualizzazione va fatta perché alle spalle del nostro comportamento c’è sempre la nostra personalità. Esperienze di dissociazione (non patologiche, sia chiaro) possono portare all’angoscia del ritorno: una specie di malessere più o meno intenso dato dalla distanza tra quello che abbiamo nella vita di tutti i giorni e quello che abbiamo nella realtà dissociata. Un esempio può essere quello di quegli individui che detestano il loro contesto e si rifugiano nel mondo della lettura: divorano libri su libri, conoscendo realtà lontanissime, in fondo solo per sfuggire alla loro. 

Così trascorrere una giornata al museo del Louvre, o all’università di Berkley, oppure in una navicella spaziale sulla luna, e poi sfilare gli occhiali e ritrovarci nuovamente nella nostra casa, potrebbe essere molto pesante, se la nostra casa non ci piace, se la nostra vita non è soddisfacente. 

Avatar: il sé idealizzato.

L’uso di Avatar sarà sempre più frequente nel metaverso. Gli Avatar vanno scelti e costruiti tra le opzioni date dal sistema, ma l’unica cosa che non potremo scegliere sarà la personalità. Il nostro Avatar potrà essere alto o basso, palestrato o longilineo, avere i capelli corti o vestire alla messicana. Oppure potrà essere blu, con i capelli rossi, ecc…. ma quando si muoverà nel metaverso avrà la nostra personalità, saremo noi a muoverci dietro di lui. 

Dal punto di vista psichico questo significa soprattutto una cosa: se non amiamo come siamo, se vorremmo essere diversi, il virtuale ci offre questa opportunità. Per tutto il tempo in cui stiamo in quella dimensione siamo noi stessi idealizzati, il noi che vorremmo essere senza i nostri difetti più evidenti. Ma il gioco dura fino al termine della sessione: ad un certo punto ci toccherà di nuovo affrontare la realtà in presenza, senza Avatar, e converrà averci fatto l’abitudine. 

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