Cos’è la psicoanalisi? (E perché non possiamo farne a meno.)

Sigmund Freud definì la psicoanalisi come: una teoria sull’uomo, una tecnica di cura, un metodo di indagine. Al di là di cosa pensasse Freud della sua creatura, però, vorrei dire perché ancora oggi la psicoanalisi è così imprescindibile: nella nostra società, e in qualunque discorso sull’uomo e sulle sue attività.

Guardare l’uomo in profondità: l’inconscio

La psicoanalisi è il punto più alto della cultura occidentale.

Nessun poeta, nessun filosofo, nessun romanziere ha mai fatto un viaggio all’interno dell’animo umano come quello della psicoanalisi: un viaggio che aiuta a capire l’uomo, e non si limita a raccontarlo. Oggi non è possibile indagare l’essere umano o le sue attività senza avere come punto di partenza l’opera di Freud.

Punto di partenza, sia chiaro, non significa punto di arrivo: ognuno arriva alle conclusioni cui i dati lo accompagnano, e non è detto che siano necessariamente gli stessi della psicoanalisi (anche se molto sovente sì); Tuttavia oggi non si possono dare punti di partenza senza tenere conto delle scoperte della psicoanalisi, e questo non è cosa da poco. 

Poniamo, per esempio, che un ricercatore voglia studiare la scuola. Le risorse affettive e cognitive, le dinamiche tra gli studenti, i disturbi dell’apprendimento, ecc… Egli non potrebbe affrontare questo studio senza tenere considerare le grandi scoperte della psicoanalisi, come l’esistenza dell’inconscio, oppure l’importanza che possono avere i traumi nella crescita dei ragazzi, ecc… .  

La stessa cosa se invece che la scuola il ricercatore volesse indagare il clima in una azienda e i rapporti tra colleghi. In quel caso bisognerebbe considerare per quale motivo alcuni lavoratori seguono le regole e i dettami dei superiori mentre altri no. Oppure come si sviluppano le dinamiche della leadership, e perché alcuni leaders sono più amati di altri. Come si vede anche in questo caso gli strumenti della psicoanalisi sono talmente importanti che non tenerli in conto sarebbe un errore gravissimo. 

Sintomi, non disfunzioni

Prendiamo ora la psicoterapia. La psicoanalisi ci ha insegnato che le problematiche psichiche non sono necessariamente delle disfunzioni. Alcuni fenomeni psichici in passato sono stati persino idealizzati come funzioni divine, o demonizzati come indicatori di malvagità. Oggi grazie alla psicoanalisi sappiamo che l’uomo è figlio del bambino: ossia un adulto può sviluppare una certa modalità comportamentale come conseguenza a delle condizioni presenti nella sua infanzia.

Quando diciamo che un disturbo è un ‘sintomo’ intendiamo dire che è una spia, un indicatore. Quando il quadro dell’automobile segnala un problema tramite una spia, il meccanico non spegne la spia, ma va controllare che cosa l’ha fatta accendere. Così grazie alla psicoanalisi è possibile trattare un disturbo come un sintomo, non come una malattia o una disfunzione. Il nostro corpo ci dice che qualcosa non va, e ci manda dei segnali.

Grazie a quest’ottica aumenta la fiducia che il paziente ha nel trattamento, ma anche la fiducia che il paziente ha in se stesso. Egli vede che le sue difficoltà non sono delle follie, ma degli indicatori di malessere: non vanno nascoste, taciute, spente, ma ascoltate, interpretate, risolte.    

Cabina elettorale 

Parliamo un attimo di politica. In questo campo è molto interessate capire per quale motivo alcuni leaders attirino più consensi di altri. Ebbene, anche in questo caso è inevitabile partire dalle conoscenze della psicoanalisi: la neuropsicoanalisi per esempio ci dice come i neuroni specchio e i circuiti sottocorticali attivino i pattern delle relazioni primarie, dell’accudimento, o della seduzione. Oppure di come avvenga l’identificazione con chi ha potere.  

Come si vede potevo spiegare perché Freud parlava di teoria, tecnica e ricerca, invece ho preferito spiegare per quale motivo oggi la psicoanalisi sia imprescindibile. Ma devo essermi fatto prendere la mano, perché ho parlato di teoria, tecnica di cura e metodi di ricerca.

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