Il sogno dell’infanzia: è del bambino, o dell’adulto che se ne prende cura?

Tutti abbiamo avuto un sogno durante l’infanzia. C’è chi ha sognato di correre in Formula uno, chi di fare il cardiochirurgo, chi addirittura di diventare Vescovo, Papa o comunque un alto prelato. Poi siamo cresciuti, e per alcuni di noi quei sogni sono svaniti, come la foschia nelle mattine d’estate, o sono stati sostituiti da altri sogni. Viene così da chiedersi: di chi era quel sogno, e perché tutto ad un tratto è sparito?

Il desiderio altrui e il suo soddisfacimento

Molto spesso il sogno dell’infanzia non è del bambino, ma è ispirato dall’adulto. E’ una costruzione dell’adulto, potremmo dire un baco, un seme, che l’adulto mette nella mente ancora in formazione del bambino. Potrebbe trattarsi di una fantasia emozionale di un genitore, per esempio la madre è innamorata di un attore famoso, e insiste col piccolo affinché da grande diventi un divo del cinema. Oppure potrebbe essere un desiderio di riscatto sociale: fare un lavoro di rilievo in cui non si debba chiedere a nessuno, ma soltanto ricevere, o che sia molto remunerativo. Oppure ancora potrebbe essere la fantasia maniacale del superamento di un handicap, come una malattia. Un parente è molto malato, e i genitori istillano nel bambino il sogno di diventare un medico importante, che sappia trovare la cura per questa persona cara. 

In questi casi, come si vede, non è il bambino a sognare, ma l’adulto, che sogna attraverso il futuro ancora da scrivere del bambino. Il bambino è in divenire, malleabile, e soprattutto è alla ricerca di qualcosa per fare breccia nel cuore dell’adulto. E quale migliore occasione, se non quella di realizzarne un sogno?

Infanzia e spoliazione 

Introdurre nel bambino sogni, ambizioni, desideri è cosa comune, ma è una prevaricazione sulla sua individualità. Quando un sogno infantile viene abbandonato durante la crescita, può significare che non era un sogno autentico del bambino. Non solo, ci sono sogni che non vengono mai abbandonati, ma diventano inclinazioni, missioni, progetti di vita. E tutto questo senza mai rappresentare davvero una componente autentica delle fantasie, dei desideri, delle ambizioni di quell’individuo. 

Consiglio a tutti di fare un’analisi dei sogni che avevamo da bambini, potrebbe sorprendere. E soprattutto potrebbe sorprendere capire se e quanto quei sogni facciano ancora parte della nostra identità odierna.

Il mio ultimo libro

Il Kintsugi dell'anima

Una raccolta di scritti brevi che offre speranza e crescita personale, affrontando temi universali come famiglia, lavoro, sport e attualità. Invita i lettori a scoprire opportunità di miglioramento anche nelle difficoltà, trasformando la fragilità in forza.